Dal mio diario … 19° puntata

“Bocciato.” …  “No!.. scrivete Non Promosso!”

Paradossi nella scuola dal Diario di una prof.

 

Giovedì 12 aprile

 

La buriana è passata ed io sto lentamente riacquistando il controllo di me stessa e della situazione.  Solo dio sa che cosa ho passato!

Il 3 di aprile, sospettando quello che avrei trovato, vista la partenza per la gita di molti docenti,  sono arrivata a scuola con l’ansia che mi attanagliava lo stomaco.

Me lo sentivo, infatti … “cose da pazzi” !!!

Inizio con una mamma ed un ragazzo che mi stanno aspettando, perché, mi dicono, la mattinata è praticamente vuota dei suoi docenti e nel pomeriggio..”deve scontare una punizione aiutando i bidelli a ripulire le classi”. 

Nessuno mi ha avvisato della punizione, sospetto ci sia dolo nella trascuratezza, quindi devo “navigare a vista”. Tutte le classi hanno un docente in sostituzione di quello assente, quindi la risposta è che il ragazzo può restare ed effettuerà la punizione regolarmente.

Mando una benedizione di cuore a quei “carissimi colleghi” che mi hanno lasciato nelle peste!

Telefonata : Tizio è assente per tutta la settimana, devi sostituirlo…

Naturalmente la persona delegata dal preside non si vede e non si sente! Una trentina di classi, circa un terzo dei ragazzi presenti, la metà dei docenti in gita … ed io a dirigere il traffico! 

Faccio le sostituzioni utilizzando la lista dei colleghi la cui classe è in gita che mi hanno lasciato pronta sul tavolo. 

A questo punto inizia la baraonda perché cominciano ad arrivare con i foglietti delle sostituzioni in mano, protestando perché nella loro classe ci sono gli allievi, quindi non possono sostituire qualcuno.

Dopo il panico iniziale mi accorgo che stanno facendo “la manfrina” in modo da mettermi nei casini, perché hanno mediamente due o tre allievi presenti, quindi possono benissimo accorpare le classi! Per colmo di misura, chi ha programmato le sostituzioni e i docenti a disposizione sul professionale ha fatto un sacco di errori, e ha tenuto conto solo dei primi due giorni.

Mi sono sentita umiliata e furiosa, perché era palese il desiderio di mettermi in difficoltà.

La vigliaccheria e la piccineria di chi ha lavorato male con la scusa che “mi sarei arrangiata” mi ha fatto imbestialire. Per fortuna alcuni colleghi presenti mi hanno dato una mano a sistemare le cose più urgenti, per le altre è stato necessario riprendere in mano tutto e ricominciare daccapo. 

Chi ha fatto questa vigliaccata la pagherà, ma al momento opportuno. Hanno costruito la trappola, io ci sono caduta, ne sono uscita piena di rancore, e questo non mi piace!

I ragazzi son più corretti degli adulti, sanno capire quando li rispetti e ti ricambiano nello stesso modo, gli adulti non sempre lo fanno.

Alla fine della mattinata, tutta la settimana è organizzata come si deve, non ci saranno altri problemi.

Il delegato del preside si è presentato a mezza mattina chiedendo se tutto era a posto. So di certo che gli hanno riferito ogni istante del mio imbarazzo iniziale, ed ora mi chiede “se tutto è andato bene?”  

La risposta è stata un “Adesso si!” secco come una frustata, seguito dall’elenco delle “dimenticanze” e degli “errori” lasciati.

Il giorno 5, circa a metà della mattinata, in una classe del professionale “sparisce” il portafoglio di un ragazzo. Conteneva 170 mila lire. Avvertita raggiungo immediatamente l’aula accompagnata dalla collega che era presente al momento della scoperta del furto.

Accertato che il fatto era avvenuto in presenza della docente, impegnata nell’interrogazione di qualcuno, comincio a parlare dell’aspetto giuridico di un furto, della possibilità di essere denunciati e trattenuti fino all’arrivo dei carabinieri… poi, d’un tratto, le parole seguono un sentiero imprevisto, sento il bisogno di gridare il mio sconcerto al pensiero che uno di loro sia un ladro.

– “Guardate il vostro compagno di banco, guardatelo negli occhi! Come potete pensare di passare tutta la giornata vicino ad uno che potrebbe essere un ladro! Dovete vivere con la mano sul portafoglio per la paura di essere derubati? Io non posso guardare quegli occhi così vivaci e pensare che forse è stato lui .. !”

Mentre parlo, un ragazzino  si alza dall’ultimo banco, pallido avanza con 50.000 lire in mano.. – “ Non so chi le abbia prese, … a me sono state date, sento che le devo restituire, … adesso mi sospenda pure!”  E mi porge il danaro.

– “Non ti sospendo, anzi ti ringrazio perché hai avuto il coraggio di fare questo atto davanti a tutti, e, soprattutto, davanti a me, ben sapendo che potrei prendere dei provvedimenti disciplinari. Ci vuol coraggio per ammettere i propri errori, quindi nessuna punizione.”

Finisco il “pistolotto” che avevo iniziato poi esco disponendo una tregua di un’ora per restituire il maltolto.

Non passano dieci minuti che arriva una collega a riferirmi che tutta la somma è stata restituita, ed ora le cose sono a posto. Qualcuno si congratula per la soluzione di un problema così scabroso senza “colpo ferire”, e mi chiede la ricetta.

Il mio peggior difetto è anche il mio dono più prezioso  :  parlare!

Non so come e perché, ma le parole adatte arrivano al momento giusto, spesso per combinarmi qualche guaio, visto che dico sempre la verità, talvolta per risolvere una situazione difficile, come in questo caso.

La settimana passa, e la mia decisione in merito al da fare per il comportamento dei colleghi “boicottatori” matura. Mi dimetterò dall’incarico, con una lettera ben calibrata darò le dimissioni, così potranno fare anche la mia parte di lavoro. Una lettera scritta con l’amarezza che non riesco a smorzare, con la repulsione per il comportamento rozzamente “bastardo” di colleghi con i quali avrei dovuto collaborare, confermato dalle solite persone che, invece di tacere, raccontano brandelli di discorsi che hanno sentito, completando un puzzle di cui avevo supposto il disegno.

“…mi sono sentita umiliata nel mio ruolo…” le parole cadono sul foglio quasi facendo rumore, quanto sono pesanti.

Non posso continuare a subire l’imbecillità , la superficialità, la pressapocaggine degli altri, devo essere libera dalle pastoie degli sciocchi! Finora ho “tenuto duro” solo per aiutare la vicepreside che è al primo incarico, mentre io ho esperienze passate. Ora Lei è più forte, ha imparato a gestire l’ordinaria burocrazia.

Basta! Tutto il rancore sepolto risale alla luce.  Le “attenzioni” non date, le parole non dette, le cose pretese pur non essendo dovute, tutto torna alla luce del mio risentimento.

Quel senso profondo di angoscia, inghiottita nel nascondere a se stessi il proprio disagio davanti ad un torto, ritorna moltiplicato per tutti i torti subiti, ed esplode in una voglia di sole e di mare, di fuga dalla realtà, di rifiuto degli altri ai limiti del furore.

Lunedì 9 sono rientrati tutti sorridenti e soddisfatti, (qualche anno dopo ho saputo che hanno rischiato guai seri, se non fosse stato per una collega intervenuta appena in tempo), mi sono presentata dal preside,  ho esposto i fatti ed espresso il disagio subito.

Una serie di scuse accampate lì per lì, frasi del tipo “..ho pensato che nessuno sarebbe venuto a scuola..”, “..Ho pensato che si sarebbero arrangiati ad accorpare le classi..”, “..Pensavo di aver organizzato tutto per bene…”  hanno costellato i miei racconti.

Il preside ha presa la lettera, ha detto che l’avrebbe letta  ed avrebbe deciso. 

Sono sicura che fosse già a conoscenza di quanto avrei riferito grazie al tam-tam dei corridoi, e credo che accarezzasse già l’idea di mettermi da parte.

La vicepreside non era al corrente, e mi ha appoggiata nell’indignazione. Io le credo.

Dal mio diario … 19° puntataultima modifica: 2011-04-14T17:57:21+02:00da serenity48
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