Frustrazioni

Mi capita, sempre più spesso, di aprire un discorso con qualcuno sugli argomenti più disparati ed accorgermi che le mie parole non vengono ascoltate, sentite si, ma non ascoltate.

Che sia così me ne accorgo dall’espressione di fastidio che ha il mio interlocutore, per dover parlare superando la mia voce nei rari momenti in cui io tento di esprimere il mio parere. Solitamente attendo una pausa del discorso, comincio a parlare e.. esattamente come se fossi zitta, ricomincia l’esposizione delle argomentazioni di chi vuole il mio parere, ma come faccio a darlo se non mi ascolta?

Non parliamo poi del malaugurato caso in cui io abbia un parere discorde! Al primo accenno di contrapposizione l’interlocutore si affanna a sostenere le sue tesi, senza ascoltare le mie, senza attendere la fine del mio discorso.

Ho preso l’abitudine di ascoltare, assentire e approvare dall’acqua calda  alla politica pensionistica, senza sprecare fiato nelle obiezioni, purché le conseguenze non ricadano su di me, affogando i miei pensieri nel mare di frustrazione che da questo deriva.

Chissà se questo succede solo a me?

Ecco perché mi piace scrivere. Questi segni grafici, adeguatamente compilati, trasformano il pensiero in parole che hanno il potere di essere “ascoltate” da chi le legge, e, seguendone il filo fluente, arriva alla comprensione delle mie idee, condividendole o meno, ma alla fine, non appena vengono abbozzate.

Nella vita odierna anche il pensiero deve essere inscatolato negli stretti spazi del messaggio cibernetico, ogni concetto non deve essere espresso da più di 500 caratteri, cioè meno di un quarto di quanto scritto sopra, perché non esiste più il tempo con i ritmi di ore, minuti e secondi, ma solo quello dei minuti, divisi in attimi e non più in secondi.

Anche lo scrivere si è piegato alla necessità di essere veloce, trasformando i suoni in grafica, attraverso funambolismi concettuali, quali il perché trasformato in xe’o il però in xo’ derivante dalla matematica che ha come simbolo della moltiplicazione il  x  ( “per” ). Adorabile è poi l’eliminazione delle vocali come il cmq dal significato chiarissimo di “comunque”!

Non riesco ad  adattarmi a questo modo di vivere, e continuo a pensare con calma, a scrivere i messaggi sul cellulare con tutte le vocali, ma quando parlo con qualcuno, poiché lo spazio dovrebbe essere per entrambi, mi trovo a contrarre il mio nel passivo acconsentire, perché l’invasione dell’interlocutore è spesso a senso unico, anche se parte con una richiesta di parere, e questo aumenta il mio senso di frustrazione.

“ Non aver fretta di asciugare le lacrime

Lascia che scorrano lente sul tuo volto.a2529bbdc24d4416bbd77c1cac186dba.jpg

Assapora la sensazione delle guance bagnate

E sentirai il tuo fardello divenir più leggero

Perché il tuo pensiero avrà il tempo

Di dar forma al tuo disagio

E restituirti l’equilibrio perso

Nella bufera dei sentimenti

Nell’abbraccio con il vuoto

Della sordità di chi ti circonda.”

Frustrazioniultima modifica: 2007-06-23T16:10:00+02:00da serenity48
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20 pensieri su “Frustrazioni

  1. Io ho semplicemente eliminato le persone che non sapevano ascoltare e volevano imporre il loro modo di pensare. Perchè erano senza speranza. Comunque non rinuncio a dire la mia, specie se sono in disaccordo. Credo sia una potenzialità da non sottovalutare..buon pomeriggio

  2. è cosi che va, e allora ti consiglio questo blog, giudaiscariota, leggi il post cultura, forse li troverai una spiegazione alla tua fristrazione, hasta luego anna

  3. mi spiace che abbiate dovuto vedere, ma costoro vivendo sulla luna si credono che noi italiani siamo ricchi sfondati, sei passata poi da quel blog che ti detto? vale la pena leggere quel vreve post, credimi, sai che non mento

  4. Tanti grattini sul musetto per gas, è dolcissimo. Assomiglia tanto a chicca. Vieni a trovarmi di tanto in tanto. Buona domenica

  5. Si cerca il dialogo. Molte persone, (la maggioranza purtroppo), ancora non hanno capito che se si inizia un dialogo, non si deve partire con la presunzione di aver ragione ad ogni costo.Costi quel che costi. 🙁 Alla fine il dialogo si trasforma in “lite” Vogliamo essere ascoltati e non sappiamo ascoltare. La fretta, è il male che affligge il nostro tempo. A me è statodi recente rimproverato “di lasciare lunghi commenti” ma pensa…Ed io invece sono una che quando riceve un lungo commento,sento la persona vicina, anzi, mi infastidice il contrario “un caro saluto ciao” e manco hanno letto il post…Abbraccio di nuovo, donna del nord del sud e del centro 😉 Ros

  6. ….. pensa che io quando mando sms, scrivo con tutta la punteggiatura e con le maiuscole ( errori compresi). Così faccio quando chatto con qualcuno. La mia è una voglia di chiarezza con il mio interlocutore. Discorsi semplici! Negli ultimi tempi ho poche occasioni di parlare, intendo seriamente. Forse mi manca la voglia. Scelgo le persone con cui farlo. Se qualcuno mi chiede un parere o una spiegazione, io lo faccio apertamente e in tutta tranquillità. Se poi che la persona che mi ha interpellato va a chiedere la medesima cosa ad un altro subito dopo, mi fa incazzare come una iena. O non si è fidata di quello che le ho detto o non mi ha ascoltato che poi alla fine è per me è lo stesso. Ecco perchè mi scelgo la gente con cui aprirmi. Se poi mi si chiederà ancora, chi mi non mi ha ascoltato la volta precedente, può andarsela a prendere nel c**o! Ho capito che la mia “guida” non ti piace! Picchè? Why? Perchè? Picchè? Un basc! Sgnaps

  7. O ciaramelle degli anni primi,
    d’avanti il giorno, d’avanti il vero,
    or che le stelle son là sublimi,
    conscie del nostro breve mistero;

    che non ancora si pensa al pane,
    che non ancora s’accende il fuoco;
    prima del grido delle campane
    fateci dunque piangere un poco.

    Non più di nulla, sì di qualcosa,
    di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
    quel pianto grande che poi riposa,
    quel gran dolore che poi non duole;

    sopra le nuove pene sue vere
    vuol quei singulti senza ragione:
    sul suo martòro, sul suo piacere,
    vuol quelle antiche lagrime buone!
    BELLISSIMA GRAZIE DI AVERMELA RICORDATA. BACIO POLDY

  8. niente da eccepire, come sempre tu capisci, che devo dire se non :ciò che non si fà da piccoli si fa da grandi: bacio per te anche senza petalo ogni volta che vuoi anna hasta…

  9. Qui siamo al paradosso puro! A me fanno spesso i complimenti perché scrivo senza abbreviazioni, ma non dovrebbe essere la normalità? Io non riesco a massacrare la lingua italiana, non ce la faccio proprio. E’ grave?
    Sei la mia commarella preferita! Patty

  10. Ciao Anna! Sono sicuro che conosci qualche altra mistura micidiale oltre ai fagioli marinati con un kg di ciliegie. Dopo una pratica di questo tipo oltre ad aver cambiato il colore delle pareti del bagno, quanto deve durare il periodo d’isolamento? Un bach!
    Sgnaps

  11. non credere di essere sola, però noto che si sta delineando una sorta di elite composta dalla affinità elettiva di pensarla come te. eppure anche quello che tu dici di non capire è un linguaggio. chi lo usa, i ragazzi per lo più, non sanno usarne un altro. più che depriemente lo trovo interessante, come ogni altro tipo di linguaggio. così mi sono adattato ad utilizzare per ognuno il linguaggio appropriato (più o meno) riservando per me la classica grammatica italiana.

  12. Gli occhi sono lo specchio dell’anima,
    e chissà cosa diranno quando si abbandona un
    animale.
    Un mio ultimo post per non dimenticare
    la piaga dell’abbandono.

    Un affettuoso saluto da Giuseppe.

  13. allora buon lavoro e non ci litigsare troppo col malcapitato che poi se la prende ed è peggio ancora!!!!! per quanto riguarda il post, non sono tutte cosi è vero! ciò però non toglie che le paris hilton esistano, e poi sai che sono un provocatore no? e ogni tanto il mio bersaglio preferito è l’opposto sesso al mio hasta luego anna

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