Ascoltando i commenti alle “novità” nei vari servizi e talk show che ciclicamente qualcuno tira fuori “tanto per..” ho riprovato un forte senso di ribellione nei confronti della frase : “ avete (o abbiamo) voluto la parità..” .
La parità! Come se si trattasse di una partita !
In quelle parole e nel tono usato per proferirle c’è l’opinione che la donna sia inferiore e che ci sia stata una “concessione” da parte dell’universo maschile affinché venisse superato il gradino anche se immeritatamente, e nel lavoro non apparissero evidenti diversità. Ancora una volta si dimostra che l’opinione radicata che la donna sia un essere adatto solo alla maternità ed ai cosiddetti lavori femminili con essa strettamente collegati è proprio dura a morire!
Ormai dovrebbe essere acquisito il fatto che uomo e donna non sono eguali, ma son pari nella loro diversità.
Leggo sempre più spesso di comportamenti violenti nei confronti delle donne, da quelli familiari a quelli sociali, di discriminazioni lavorative o di sfruttamento. Ma nel parlamento, che dovrebbe legiferare in merito, ci sono poche donne e tanti uomini, uomini che per l’età, e spesso per l’estrazione culturale, hanno radicato il concetto di donna “subordinata”, quindi si lascia ad una lunga e faticosa discussione parlamentare le norme sulla violenza in famiglia, contro le donne e lo stalking, tanto il dolore di chi dovrà subire ancora non influenza coscienze che non esistono.
Pazienza! La mia pazienza. Quella di una donna fortunata. Quella di una che non accetta barriere.
Tutte le luci del mondo politico sono accese sulle dispute per il consenso delle platee, sui proclami dei “regnanti” in favore o contro, sulle corse a puntare l’indice contro chi scopre le loro magagne, per coprire tutti con il loro stesso fango.
C’è una poesia di Trilussa molto significativa.. s’intitola
LA COLOMBA
Incuriosita de sapé che c’era,
una Colomba scese in un pantano,
s’inzaccherò le penne e bonasera.
Un Rospo disse: — Commarella mia,
vedo che, pure tè, caschi ner fango…
– Però nun ce rimango… –
rispose la Colomba. E volò via.
Il mondo dei rospi non si rende conto che “di fuori” è pieno di colombe dalle piume pulite che vogliono che il sole illumini i pantani e li prosciughi, e che i rospi tornino alle loro paludi a gracidare alla luna.