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I MIEI SESSANT’ANNI

 Et Voilà!    Questa mattina alle nove e trenta  ho percorso l’ultimo minuto del mio cinquantanovesimo anno di vita.

Con oggi posso finirla di sentirmi millantatrice quando dico che ho sessant’anni.

Dallo scorso gennaio, essendo della “classe ‘48” ho cominciato a sentirmi una “sessantina” come dice Camilleri, ma solo da oggi posso accedere alle varie agevolazioni per la terza età.

Sinceramente non me ne frega un tubo, è da quando sono nata che osservo la mia vita come se fosse un esperimento, cercando di ottenere da ogni momento il risultato migliore, analizzando ciò che mi succede ed ipotizzando quanto potrebbe succedermi con il distacco della curiosità.

Quando ero incinta non mi preoccupavo per ogni nonnulla, anzi ero curiosa di sentire “come sarebbe andata a finire”. Il giorno del parto, dopo che avevo deciso io la scadenza del tempo di gravidanza ignorando quella calcolata dal ginecologo risalente a due settimane prima,  alla prima doglia mi sono limitata a prendere il caffè, poi mi sono fatta la doccia con calma, e mi sono fatta accompagnare in ospedale.  Il travaglio ed il parto sono stati favoriti dalla mia calma, infatti stavo sperimentando la nascita di un bambino.

Ora osservo i cambiamenti nel mio fisico, ma soprattutto nel mio carattere che stà diventando più instabile, e sfrutto bellamente il fatto di non essere più giovane per sfuggire da imbarazzi o situazioni ingrate.  Ogni età ha i suoi vantaggi!!

Guardando la scatola dei miei ricordi  mi accorgo che diventa sempre più grande.

Quando faccio passare tra le mani quello che contiene ripercorro una vita intera, e talvolta cerco di raccontarla a mia figlia perché penso che la nostra immortalità sia legata al nostro passato ed al ricordo di chi ci seguirà, e che questo sia legato ad una foto, ad uno scritto, ad un oggetto che passa di mano in mano, da genitore a figlio, intriso della personalità di chi lo ha tramandato,  avvolto nella leggenda  del tempo passato.

All’anulare della mano destra porto un anello, è molto semplice ma ricorda ben tre generazioni e forse più. Mia madre lo tolse dal dito di sua madre alla sua morte ed io lo tolsi dalla sua. Quando l’angoscia mi stringe la gola le mie dita lo accarezzano e la forza di una discendenza mi aiuta a continuare la mia strada.

I MIEI SESSANT’ANNIultima modifica: 2008-07-27T19:07:00+02:00da
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