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CADERE NEI RICORDI

Non so dire se le sognino di notte per proporle di giorno o se faccian uso di acidi che gli mandano in tilt il cervello, ma è certo che Santa Logica per loro è in vacanza alle Maldive e pure sbronza ventiquattrore su ventiquattro!

Da ilfattoquotidiano.it Dopo le bocciature dei collegi dei docenti di Napoli e Torino, il ministro ci prova con Milano. Si chiede ai collegi di aderire alla sperimentazione, di eleggere due docenti di fiducia che insieme al dirigente scolastico dovranno indagare tra docenti e genitori quale sia la figura di docente desiderabile. Quei docenti che dichiareranno la propria disponibilità a sottoporsi all’investigazione saranno misurati dal terzetto e, coloro che conquisteranno la nomination, saranno graduati secondo classifica. Il 25% di questi ultimi riceveranno il pacco dono (una mensilità di stipendio una tantum)”.

Si! Dopo il salumiere di fiducia ci sono i docenti di fiducia (del collegio docenti)!

Rileggere le pagine scritte tanti anni orsono mi fa sempre cadere nel calderone dei ricordi di una vita piena d’irruenza e fantasia.

L’ultimo scritto pubblicato mi ha riportato l’immagine di quel collega “fuori di testa”.

Quando è arrivato era al primo incarico, inesperto giovanotto con il gilet di lana sulla camicia bianca.

Credenziali inappuntabili di vero esperto nel suo campo, aveva optato per l’insegnamento in quanto nel campo della ricerca non c’erano sbocchi (allora come oggi !) per la nota miopia dei governanti.

Eravamo colleghi di corso in una delle classi del biennio ITIS, una “classetta” con l’argento vivo addosso e tre o quattro leader veramente “da picchiare”.

Dio come se lo sono sbranato! Ricordo che ho cercato di ricattare la classe per ammorbidirla. Forse ho evitato gli scherzi peggiori, ma ne hanno combinate di cotte e di crude fino al punto da costringere il Preside a convocare il “consiglio di disciplina” (organo della scuola di fresca istituzione).

Il Tapino ne ha subito le conseguenze, ma quelle peggiori sono state d’ordine psicologico.

Pian piano è scivolato in un mondo parallelo nel quale svolgeva puntualmente il suo lavoro senza percezione alcuna della realtà contestuale.

Mi spiego con un fatto accaduto. Un giorno il suo collaboratore per il laboratorio lo ha trovato, dopo l’intervallo, che faceva l’appello nella classe vuota.

-“Professore, ma non c’è nessuno”!

-“ Zitto! non mi distrarre che sto facendo l’appello! E tu là in fondo! Smettila di chiacchierare”!  

Alla spicciolata dopo un po’ sono arrivati i ragazzi e la lezione, didatticamente inappuntabile, già iniziata, è continuata nella totale indifferenza di un branco di adolescenti spocchiosi e ridanciani.

Insegnare è come essere al volante di una macchina da rally su strade sterrate durante una competizione.

Hai in mano il volante e devi usare marce, freno, acceleratore in modo da evitare gli ostacoli, i dissesti e le asperità del suolo e non finire fuori strada. E se capita ci son varie possibilità :

        Puoi capottare e farti più o meno male.

        Puoi investire gli spettatori e avere feriti o addirittura morti.

        Puoi sballottarti un po’ e rientrare sul percorso con l’unico danno del tempo perso.

        Puoi “incartarti” su di un tronco e lasciarci le penne.

In ogni caso è necessario “essere portati” per la guida, avere i nervi saldi e i riflessi pronti… esattamente come per insegnare.

Una volta i miei ragazzi per farmi uno scherzo si son nascosti tutti nel bagno, escluso uno.

Entrata nella classe vuota, mangiata la foglia, ho cominciato ad accumulare le cartelle abbandonate tra i banchi sotto la mia cattedra. Poi ho mandato l’unico presente a cercare gli altri.

Quando sono entrati si aspettavano una lavata di capo. Io zitta.

Lentamente ha cominciato a girare la storia delle cartelle ed allora le ho restituite ad uno ad uno, ma solo a seguito di una richiesta in ginocchio.

Dopo l’iniziale perplessità i ragazzi hanno cominciato a divertirsi della cosa tanto che l’unico non “punito” voleva darmi anche la sua di cartella. Così hanno imparato che ogni azione prevede una reazione non sempre prevedibile, e che con me l’imprevisto era la norma.

Son finita fuori strada, ma senza conseguenze per me e per gli spettatori che invece hanno imparato a tenere le distanze di sicurezza.

CADERE NEI RICORDIultima modifica: 2011-01-07T17:48:00+01:00da
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