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Dal mio diario … 12° puntata (prima parte)

“Bocciato.” …  “No!.. scrivete Non Promosso!”

Paradossi nella scuola dal Diario di una prof.

 

Sabato 9 dicembre  (prima parte)

 

Tre giorni di tranquillità! Anzi quattro se si conta anche giovedì prossimo visto che aderirò allo sciopero. Un ponte meraviglioso!

Motivo dello sciopero?

Naturalmente la profonda insoddisfazione!

Siamo trattati da fannulloni, incapaci, ignoranti e pagati poco più delle collaboratrici domestiche, con la scusa che facciamo solo 18 ore (sulla classe), naturalmente tutte le altre ore ci è permesso di farle a casa o gratis, che tanto i fondi non ci sono comunque.

Penso che le 18 ore, poi, siano state elaborate dopo un attento studio, in modo da far si che si arrivi alla pensione solo con l’esaurimento nervoso, giusto poco prima di suicidarsi.

Basta immaginare di passare trent’anni con quei dannati adolescenti e già si sfiora l’istigazione al suicidio.  Venticinque o trenta per aula! Un branco di assatanati senza ombra di vergogna! Tu invecchi e loro no! Loro cambiano ogni anno, tu invece ti limiti ad invecchiare nella stessa classe!

…uno scritto di tanti anni fa …

Insegnanti e “luoghi comuni”

C’è una frase che mi perseguita

da quando ho cominciato a lavorare come insegnante:

– ” Di che cosa vi lamentate voi che, infondo, lavorate solo mezza giornata e  avete tre mesi di ferie all’anno !”

Anch’io un tempo pensavo che stare dall’altra parte della cattedra fosse una pacchia,

– “ Io comando e tu ubbidisci! ” – e i giochi sono fatti!

Già! Ma non tenevo conto del fatto che davanti a me ci sarebbero stati almeno una venticinquina di adolescenti, nella maggior parte maschi, affetti dalla nota sindrome della “stupidità temporanea”, mescolata con sprazzi di “delirio d’onnipotenza”, che li portano ad essere totalmente imprevedibili e incredibilmente incoscienti.

Non pensavo certo alla lotta tra volontà: quella dell’insegnante che vuole “far fare” e quella dello studente che “non vuole fare”!

Avete (o avete avuto) dei figli adolescenti? Provate a convincerli a fare come dite voi! Il meglio che vi possa capitare è una lunga, interminabile, accesa discussione! Ed alla fine.. un compromesso! Nessuno è più testardo di un adolescente!

Ed allora pensate di averne una ventina di fronte, provate a  convincerli che stare seduti, magari composti,  per qualche ora è normale, provate a catturare la loro attenzione, magari con un artificio, e poi teneteli legati alle vostre parole per almeno mezz’ora, senza usare né armi da fuoco, né argomenti quali il sesso o le loro bravate, ed al termine del discorso chiedete loro di quale argomento avete parlato e che cosa hanno capito, avrete così  una pallida idea di cosa vuol dire insegnare.

Non mi riferisco certo a quella piccola parte della popolazione adolescenziale che “arde dal desiderio d’imparare”,  e che, generalmente, frequenta le scuole “nobili”,  emergendo, anche in queste,  dal gruppo classe.

Parlo di tutte gli altri adolescenti “normali”, che frequentano tutte le altre scuole, “nobili e non”, che arrivano la mattina con il problema di tirare l’una senza essere costretti a mettere in funzione i loro neuroni, o, per meglio dire, mettendoli in funzione per trovare il modo per combinarne “qualcuna di spettacolare”, per poi scaricarne la colpa sulla vittima  della classe.

La loro tabella di marcia è:

   Prima dell’inizio : sigaretta, chiacchierata, scopiazzatura dei compiti

    –Prima ora : rielaborazione dei residui di sonno con un pisolino ristoratore

    –Fino all’intervallo : evitare accuratamente di ascoltare, seguire, e, sopratutto, il controllo diretto dei compiti o di essere interrogati

   –Appena possibile, a qualsiasi ora,  uscire per andare al bagno e non arrivarci mai

   –Intervallo : farlo durare il più a lungo possibile

   –Dopo l’intervallo : cercare di non essere svegliati dal sonno profondo altrimenti, nel pomeriggio quando si deve uscire con gli amici, si è stanchi.

E così trascorrono le ore di scuola per i ragazzi.

E l’insegnante? Chi è l’insegnante ? E’ quel tipo che deve distruggere tali propositi, evitando accuratamente di farsi odiare, perchè rischia di ottenere il “muro di gomma”, e catturare la loro attenzione, per poi tenerla viva per almeno mezz’ora! E questo per più ore ogni giorno.

Ho sempre pensato che un attore viene definito “grande” quando, per due o tre ore, tiene viva l’attenzione di una platea che ha pagato per vederlo, mentre il docente è colui che deve tener viva per più ore l’attenzione di una platea che pagherebbe per non vederlo, ed alla fine viene definito “quello che lavora poco ed ha pure il coraggio di lamentarsi!”.

Non voglio mettere nel conto del tempo dedicato al lavoro d’insegnante la preparazione delle lezioni, perchè è una parte che mi diverte permettendomi di scoprire sempre cose nuove o non notate prima, né la correzione dei compiti, perchè spesso è ripagate dalle risate per la “barzelletta del secolo”, (come quella che mi capita sovente dei “ 25 millilitri che corrispondono a 25000 litri “ ai cui autori consiglio una verifica pratica provando a farsene un clistere!). 

Nel conto metto solo lo sforzo di aiutare a crescere, umanamente ed intellettualmente, quei ragazzi che attraversano la fase della vita durante la quale i genitori spesso non sanno a che santo votarsi, cercando di trovare l’equilibrio tra le difficoltà di tutti i giorni (perchè anche gli insegnanti hanno una vita da far quadrare come tutti gli altri), e l’impegno nei confronti di quel lavoro che non ti offre che raramente il piacere di vederne i risultati, poiché quando l’adolescente matura,… passa ad altri “uffici”.”

 

Ora la penso ancor peggio, se possibile! I soldi per la scuola pubblica vengono utilizzati per finanziamenti alle scuole private. Io non sono d’accordo! Se ti serve un servizio migliore Tu! Stato! Finanzia meglio le scuole pubbliche ed otterrai per tutti il servizio richiesto!

Le Scuole private non danno prestazioni  qualitativamente migliori di quelle pubbliche, ma sanno solo nascondere meglio la spazzatura sotto i tappeti.

I ragazzi che vogliono studiare lo fanno alle private come alle pubbliche, dove i docenti sono spesso gli stessi, perché, per riuscire a sopravvivere, si lavora anche nelle scuole private (con i limiti orari permessi dalla legge, cioè altre sette ore al massimo).  …….

 

 

Dal mio diario … 12° puntata (prima parte)ultima modifica: 2010-12-13T18:49:00+01:00da
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