CLASSI E classi..

Ieri sera guardavo uno dei programmi televisivi, e dallo schermo un adolescente arrogante ed incolto raccontava con orgoglio la sua vita di piccolo ignorante parassita .

– “ .. Sti exstracommunitari ce rubbeno er lavoro! Vengheno quà pè rubbarce er lavoro. Se ne devono da annà! A casa loro! Nun li vòlemo! .. Io ce la metterebbe na bomba su le baracche dove stanno.. sotto ar ponte.. Li farebbe sartà ‘n aria!” …

Devastante! Attorno a lui un gruppuscolo dei coetanei .

-“ ..No! Io a scola nun ce vado…nun me piace.. m’hanno detto si nun voi studià và a lavorà. ‘So annato à lavorà pè poco, ma nun me piaceva e allora so restato a ccasa. Me mantengono li miei. L’exstracommunitari freghano er lavoro a uno come mi padre.. no.. o come mi madre.  Li miei lavoreno e me mantengono… Cazzeggio tutto er giorno. ..”

E’ scoppiata la polemica sulle classi differenziali per chi non parla l’italiano… a questo punto quante se ne dovrebbero fare?

Quei ragazzi dallo sguardo sfuggente avrebbero diritto ad una scuola capace di interagire con loro, ma qualcuno reputa improduttivo il lavoro di chi si occupa d’istruzione, esattamente come quello della casalinga, che passa la sua giornata a casa mentre il detersivo X lava i pavimenti per lei, il panno Y spolvera per lei lasciandole tanto tempo libero, ed i figli dopo aver contato i pezzetti di cioccolato nei bocconi, vanno a scuola felici e sereni per apprendere tutto lo scibile elargito da docenti amorevolmente sorridenti e prone ai desideri dei fanciulli.

Accidenti! Non hanno capito un tubo! La scuola produce il lavoratore di domani, ma a chi legifera non interessa. Impadronirsi delle parti redditizie dello stato, quello si che interessa, garantire l’immunità a chi distorcendo bilanci e infognando debiti ha quasi fatto crollare l’economia mondiale, quello si che interessa, ma garantire la possibilità di essere istruiti.. quello è solo un impiccio da risolvere con tagli e sforbiciate.  

Nelle scuole il numero di ragazzi  poco avvezzi, o completamente digiuni della lingua italiana è sicuramente aumentato negli ultimi anni, e il sistema scolastico ha adeguatamente reagito con “progetti di alfabetizzazione” che riunivano gli stranieri in gruppi di studio della lingua italiana in tempi e modi differenti a seconda del grado di scuola, mantenendo però sempre l’appartenenza alla classe di provenienza. Ma questo ha un costo, visto che ci vogliono almeno due docenti in contemporanea.

C’è stato il taglio delle risorse alla scuola, e con questo il taglio dei docenti, l’aumento del numero degli allievi per classe, e, tanto per gradire, anche la razionalizzazione a livello regionale delle scuole con la soppressione di quelle con meno di 500 allievi, il che vuol dire più di 4000 istituti in Italia.

A questo punto un docente che ha davanti una trentina di ragazzini della fascia dell’obbligo, tra i quali parecchi che non parlano italiano, o che lo parlano e fanno finta di non capire, uno sport praticatissimo a quelle età,  che deve fare? Allora, per risolvere il problema, facciamo le classi differenziate, mandando al macero  le esperienze d’alfabetizzazione, così tutti i “rompicoglioni” finiscono in un tritacarne qualsiasi, tanto chissenefrega, e per gi altri facciamo una scuola ai limiti della decenza.

Nel blog di Luk4 ho trovato il discorso di un giurista e costituzionalista di innegabile statura, Piero Calamandrei, sulla scuola. C’è da meditarci .

“..«”Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione , non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.   Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece cha alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. ” » 

 (in Scuola Democratica, 20 marzo 1950. )

Amen!

CLASSI E classi..ultima modifica: 2008-10-16T18:49:00+02:00da serenity48
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18 pensieri su “CLASSI E classi..

  1. Ho trovato questo aforisma
    che mi ha preso tanto e lo
    faccio leggere anche a te.

    Beato chi sa dare senza ricordare,
    e prendere senza dimenticare.

    (Elisabeth Asquith Bibesco)

    Serena notte da Giuseppe.

  2. Cara sorella non fare di tutta l’erba un fascio; è vero lo sappiamo da tempo, sono nella co-no-sceza di tutti i traffici illeciti che vengono fatti sulle scuole pubbliche, la rissa di delibere che permette ai “furbetti” di approfittare dei soldi stanziati, i tagli, e i conseguenti rammendi a “punto parigi” (un punto piccolo piccolo per camicini da neonati, cosi che non si veda) per permettere a chi coraggiosamente affronta l’istruzione scolastica come una sfida all’ignoranza, nel vero senso del non sapere, per il piacere della conoscenza e della scoperta: ma, e vorrei scrivere in maiuscolo questo MA! Conosco per esperienza vissuta da oltre 34 anni, maestre, professori, dirigenti scolastici, personale docente e indecente per il quale l’italiano è solo una persona nata in italia, e la lingua madre è quella della propria genitrice intenta a leccare il gelato! Quanti di questi INdocenti si preoccupano di ciò che dicono ai loro alunni, non in quanto a contenuto ma come espressione linguistica, “…Vatte a pià ‘n pezzo de carta iggienica che te smocciola er naso…” si parte dal nido, prima scolarizzazione, ora riconosciuto come formativo per la socializzazione, e si prosegue con “…ma che jè voi spiegà a sti mocciosi, nun je frega nieente, lassali vive, vojono solo che giocà, lassalì razzola e speramo che le madri arivino a tempo…(le 17 ora di uscita)…”scuola dell’infanzia, riconosciuta come formativa per l’apprendimento e lo stimolo della curiosità conoscitiva, si passa poi a “….no caro l’olivo è una pianta che non fiorisce….”(???? e allora come ca..o fa a produrre le olive?) della scuola elementare dove 2, 3 o anche 6 o 7, ma si spera che le maestre vadano d’accordo tra di loro, per la salute mentale delle creature, altrimenti usate come sfide per conflitti culturali personali, (ognuna dice la sua sulla stessa cosa e l’alunno pensa che tutto , ma proprio tutto tutto sia basato sulla relatività non sapendo nemmeno che quest’ultima esiste!) Vuoi che continui, meglio di no altrimenti mi deprimo troppo nel portare a livello coscente tutte le carenze culturali da me conosciute, ma tenute latenti per semplice istinto di sopravvivenza, mancandomi ancora 4 anni alla libertà; ribadisco comunque il fatto che solo un piccolo manipolo di guerrieri del sapere, è veramente coinvolto da questo sfacelo, è rimane attonito, non capendo come sia possibile che Dante sia diventato solo un olio extraleggero, forse perchè ha rinunciato “..a salir l’altrui scale..” e ha deciso di ritirarsi a vita decisamente solitaria e privata, quindi non ti angustiare, siediti sulla riva del fiume e attendi che passi il parrucchino del nostro nemico.
    Un bacio Renata

  3. Cara Renata, so che hai tanta ragione, ma è probabilmente legata alla nostra diversa latitudine di residenza e di livello scolastico in cui lavoriamo (materna – medie ), la diversa valutazione del numero delle insegnanti con carenze linguistico educative. Nella mia personale esperienza a fronte del max. 10% di docenti “da scartare” c’erano un buomn 50% di persone che lottavano con le unghie e con i denti per fornire un servizio ottimale, mentre i rimanenti facevano il loro mestiere con decenza. Anche alle materne ed elementari le docenti che ho incontrato sono ed erano apprezzate da tutti. Ma è sempre quel 10% che è ricordato da tutti, così io sono seduta sulla riva del fiume, ma con un pc collegato ad internet sulle ginocchia… per quel che vale… Ti abbraccio, “sorèta” Anna

  4. ciao, sono capitata qui per caso ma ti devo ringraziare, perchè questo articolo di Calamandrei mi ha fatta incuriosire ed ho cercato sue notizie…interessante.
    Ho letto attentamente anche quello che hai scritto perchè sto cercando di capire un po’ di più tutto questo.

  5. non è un caso che calamandrei non sia mai citato in qualche programma televisivo. i ragazzi del programma tv che dici fanno il paio con uno di una casa popolare che protestava perché sua mamma tornando con le borse della spesa doveva fare dei piani a piedi per via dell’ascensore rotto. già solo che lui non si sognava nemmeno di portare le borse….confermo poi che in germania ci sono scuole per stranieri. c’è andata una mia giovane amica. solo che quando dopo due mesi si sono accorti che masticava un po’ di tedesco l’hanno subito spostata in una scuola pubblica tradizionale…qui invece è facile prevedere che ciò non sarebbe possibile…..del resto le classi senza stranieri ci sono già…nella scuola dove lavora mia moglie questa selezione la fanno già da anni…

  6. Tu hai passato la vita nella scuola, potresti insegnarmi tante cose, quindi ti chiedo: i mali della scuola derivano davvero dai fondi e dal ministero o dalla cultura della nazione?
    Quando parlo di cultura non intendo solo i saperi, parlo soprattutto di costumi e convinzioni, consuetudini e abitudini…
    Poi ti spiego perchè lo chiedo.
    ciao

  7. Io la vedo ancora peggio. Per loro occorre che il popolo sia ignorante, povero e schiavo…così si governa a proprio piacimento con una possibilità di critica minima. Se poi ci aggiungi un tot numero di stranieri che non farai mai integrare crei anche una polveriera razzista che ti alimenta i voti.
    Magari sono un pò fantascentifico ma….
    Buon we, Giorgio.
    P.S.: anchio sono un pò maldestro!

  8. Grazie Anna, certo sei stata esaurientissima.
    Quando frequentavo come alunno l’ITIS creddevo che fossero tutti figli di p., ora che frequento i consigli di classe dall’altra parte della cattedra sono daccordo con te, non è mai più di uno.
    Ehehe, credimi, perrò quell’uno non fa mancare mai la sua presenza €: )))
    Parlavo proprio di quello che dici tu, la testa dei genitori, che peggiora sempre più, l’ho visto nelle superiori, ma non sai quello che ho potuto riscontrare nella primaria, dove mettono in discussione anche il modo in cui svolgi un dettato o una tabella.
    Una volta, una mamma si presentò nel corridoio e mi disse: Buongiorno, sono l’educatrice di I….
    Ecco, ti ho detto tutto, ho scoperto quando è andata via, (quella frustrata ciuccia e presuntuosa ) che era la mamma.
    Poi i fondi:
    All’inizio dell’anno mi danno due risme di fogli, per le fotocopie, tre euro di materiale insomma, tutto per me, con la raccomandazione di farne buon uso, e magari se avanza restituire qualcosa…
    Poi ai primi collegi si parla di soldoni, quelli veri, e nelle prime riunioni sai cosa si fa, si lavora di fantasia per spenderli in progetti, non necessari o proposti, ma per arrivare a spendere fino all’ultimpo centesimo di quel ben di dio a disposizione.
    Li capisci la vanagloria e gli ego ceh vanno alle stelle, e gli alunni sono l’ultimo dei pensieri, in realtà.
    Tutto è molto strano, tutto molto complesso, tutti abbiamo ragione, per questo mi commuovo davanti a quelle immagini di scuole africane, tra mura grezze e in mutande, e penso, qual’è il nostro reale potenziale attuale?
    Non penso di essere del tutto chiaro, ma ho scritto quello che mi passava per la mente.

  9. Sai Anna, c’è una cosa che mi deprime, che tutti parlino di scuola e in molti, lo facciano male.
    Tra l’altro non è nemmeno facile farlo.
    Ultimamente invidio di cuore le colleghe anziane e quelle come te che sono fuori della Scuola per aver dato già un gran contributo alla scuola.
    Cara Anna, ricordatevela cos’ì com’era la scuola.
    Perchè non so se ci piace ciò che sta per diventare.
    Una Scuola Fondazione, che vuoi che ti dica!
    In quanto al maestro unico?
    La maestra non litigherà mai con se stessa, ma competerà con la vicina della porta accanto, se proprio dobbiamo ipotizzare che i docenti di scuola elementare siano tutti affetti da turbe psichiche, ma così è?
    E qualora per qualsiasi motivo la relazione educativa docente- discente non avesse ad essere produttiva, chi supplirà?
    Poi…poi…poi…poi…poi…poi
    Termino qui.
    Attendo fiduciosa una primavera di saggezza.
    L’inverno è di solito lungo, ma passa sempre. Prima o poi.
    Cristiana

  10. “Ruba” quello che ti pare Anna, se serve a salvare la democrazia, ruba icchè ti pare… 😉
    Buona settimana!

  11. Io ho fatto le elementari con una sola maestra ed eravamo in 35 in classe e ancora la ringrazio per come ha saputo darci una preparazione ottimale, mio figlio ha fatto le elementari con tre insegnanti e una classe di 15 bambini ma sono arrivati alle medie che non sapevano fare un tema e nemmeno avevano completato il programma, mia nipotina su tre maestre e’ riuscita ad averne una fissa tutto l’anno e due che continuavano a cambiare o per malattia o altro. Io sono contrario ai tagli alla scuola ma sono per una scuola fatta da persone che hanno professionalita’ ma anche la vocazione il carisma per stare con i ragazzi, che amino il loro lavoro come le “vecchie” maestre di una volta. Una scuola che sia scuola non un semplice punto di ritrovo. La scuola vera puo’ fare integrazione ma deve imparare ad essere apolitica, l’istruzione non ha colori di destra e sinistra e i professori devono essere arbitri imparziali
    Buon inizio settimana Anna

  12. Ho letto di te… ma quanto siete belle tu e la tua bimba…. per me sono giorni complicati… si complicati…avrei solo bisogno di un amore che mi scaldi nei giorni più difficili…. invece quell’amore che avevo ha deciso di andare via… che male Anna… già in questo momento stavo perdendo le mie certezze di donna… figurati adesso… mi vedo e mi sento spenta… passerà.. un bacio Titti

  13. Sulla scuola, posso dire ben poco!! La mia esperienza è oramai lontana, non ho figli (e penso sempre che sono fortunato) e seguo poco i miei nipoti. Tuttavia, il tuo post fa meditare perché, ripensandoci, ricordo che anche quando andavo a scuola io, le cose non andavano bene!! Oggi, da quello che sento, è peggio ma già allora i problemi non mancavano e, più o meno, giù si parlava di scuola inadeguata e insegnamento insufficiente. Il tuo post mi lascia con questo pensiero e dovrò meditarci sopra. Continuerò anche a leggerti. Chissà che non trovi qualche risposta sul perché di questa nostra scuola disastrata… da sempre!!

  14. Leggendo il tuo blog mi rendo conto di quanto è complesso l’argomento “scuola”, io mi sono dplomato nel 1989 e quello era un periodo che essere bravi a scuola garantiva un rapido e buon posto di lavoro.
    Pensa io mi sono diplomato con u n voto di dploma di 55/60 presso un IPSIA, ho trovato lavoro presso una piccola azienda subito, poi con calma mi sono laureato lavorando ed ho cambiato lavoro. Adesso ho una bimba piccola e mi rendo conto che è necessario cercare politici che facciamo veramente i gli interessi della comunità altrimenti addio a tutto quello che tutti noi abbiamo costruito (nel bene e nel male)

  15. E si cara Anna, anche dai commenti noto che Calamandrei non è un personaggio molto conosciuto, eppure ha scritto pagine di innegabile spessore come “lapide ad ignominia”.

    E non solo, ok, tu arrivi da studi scientifici e io dalla parte opposta, però noto che abbiamo molto in comune ;-))

    Notte buona Amica Cara ;-)))

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