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IL PIFFERAIO MAGICO

C’era una volta una nazione di nome Italia.

I suoi abitanti erano vissuti tra alti e bassi, tra gioie e dolori, per tanti anni, ma da qualche tempo regnava una gran confusione. L’Italia, infatti era stata invasa dai politici maneggioni e corrotti ! Non solo qualche politico qua e là, ma una vera schiera di persone dalle lunghe mani, dallo sguardo infido e dal sorriso sulle labbra e non negli occhi. Dovunque si andasse c’erano tracce del loro passaggio. In ogni settore avevano sparso la loro “prole”….

I cittadini erano disperati e decisero di rivolgersi alle autorità preposte radunandosi nelle piazze per protestare.

“la Nazione è in pessime  condizioni!!” Gridavano infuriati.

“Siamo alla frutta! Non si può continuare così!”

La più autorevole delle autorità non sapendo che fare scelse di seguire le normative sperando in una soluzione del problema. Mentre pensava sentì bussare e vide entrare un buffo personaggio con un vestito azzurro ed un piffero tra le mani.

“Sono venuto a risolvere i vostri problemi.. con le mie doti posso condurre con me uomini ed animali..”

“Allora sei la nostra salvezza !!” esclamò l’autorità contenta, ”se riuscirai nell’impresa sarai ricompensato! Avrai tutto quello che vuoi!”

“Non preoccuparti vedrai che ce la farò e tornerò presto “

Così il Pifferaio uscì e s’incamminò verso le piazze fermandosi di volta in volta per ricordare la giusta melodia.

Quasi per incanto tanti ascoltavano stregati quei  suoni, e si sentivano quasi felici e sollevati e cantavano.. “.¯¯¯…per fortuna che c’è..”

Tutti quelli che non subivano l’incanto si chiedevano che musica fosse, cercavano di svegliare gli altri dalla magia, ma … l’incantesimo era troppo forte e la gente  restava incatenata alla voce di quella sirena.

Il Pifferaio continuava a percorrere le strada seguito dalla sua folla che aumentava perché trascinava con se anche quelli che non volevano, quelli che cercavano di svegliare gli altri.

Arrivato al fiume egli si fermò di colpo ritraendosi mentre la folla spinta dalla foga scivolò lentamente nel fiume dove molti affogarono e molti altri nuotarono verso l’altra riva, e si salvarono solo con grande fatica.

Come aveva promesso i problemi dell’autorità erano stati risolti ed il Pifferaio prese a suonare tutt’altre melodie, alle quali si unirono tanti altri uomini che suonavano pifferi e danzavano sulle note dei loro strumenti.

L’autorità con gli occhi chiusi non ascoltava  quelle sonorità, e riposava.

Il Pifferaio allora insediò in tutte le stanze dei palazzi più belli gli amici che stavano con lui,  demolì tutti quelli che non gli piacevano,  fece man bassa di quanto poteva.

Mentre le feste  abbagliavano le bande di seguaci, aldilà del fiume i superstiti si riunivano e, ancora increduli per la malia che aveva fatto tante vittime, si riorganizzavano per fondare un’altra Nazione nella quale trasferire i loro valori di onestà, legalità e solidarietà.

Contemporaneamente dall’altra parte altri si svegliavano dalla ubriacatura della musica suonata dal Pifferaio e piano piano con piccole barche qualche sparuto drappello attraversava il fiume per raggiungere i vecchi amici sopravissuti.

Così lentamente l’Italia rinacque, anche se separata da quella che non aveva più nulla da dare, e sempre lentamente riprese l’antico splendore perché le menti migliori erano tra i giovani sopravvissuti e tra i vecchi che proprio loro avevano salvato dai terribili gorghi del fiume.

IL PIFFERAIO MAGICOultima modifica: 2008-04-17T20:15:00+02:00da
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