A.A.A opinioni e pensieri in libertà offresi..

HARD DISCOUNT DEI CERVELLI..

E’ in atto uno sporco gioco da parte delle “sei” reti nazionali, finalizzato ad indurre il povero fruitore del presunto servizio ad abbonarsi ad almeno un canale a pagamento, via parabola o via cavo, con lusinghe dirette al pubblico poco avvezzo al calcolo mentale (cioè incapace di moltiplicare i pochi euro quotidiani per i fatidici due mesi  in bolletta o per i trecentossessantacinque giorni che determinano l’annuale), o con un palinsesto adatto ad un pubblico che soffre di arteriosclerosi, vista la ripetitività nei 6 canali dei film ultradatati, o per persone onnivore vista la tipologia uniformata su di uno standard per fasce orarie.         Esempio ore 10 di mattina  : 1° talk show , 2° talk show, 3° talk show (educational), 4° talk show (salutistico) , 5° diretta dal Grande Frittello seguito da talk show , 6° cartoni animati.         Naturalmente non parlo della serie infinita di “telenovelas” che mi capita di seguire casualmente, per cui confondo vicende e personaggi con grande divertimento dei familiari che mi gratificano dell’ignominioso appellativo di  “rimbambita al primo stadio”.In questo desolante panorama mi son trovata a seguire per qualche pomeriggio la trasmissione legata al programma “Amici di Maria De Filippi”.    Ne sono stata attratta dalla discussione tra un docente ed un ragazzo che veniva rimproverato per lo scarso impegno, poi ho seguito lo sviluppo del gioco, che passava attraverso una serie di “i bianchi parlano dei blu”, seguito dal “facciamo vedere ai blu quello che hanno detto i bianchi”, seguito dai commenti, seguito dalle controrepliche, e nei giorni successivi dal “Tizio parla del (della) prof. Tale”, “Caio è in crisi e si sfoga contro il prof. Talaltro”, poi pezzi di trasmissione del sabato e della domenica in cui vengono ripassate, debitamente montate, scene di battibecchi e contestazioni anche tra docenti della scuola.   Il mio primo pensiero è stato che quei docenti, vista la loro indubbia professionalità, devono avere un rientro economico di rilievo per accettare una situazione del genere. Contestati dai ragazzi , contestati da un pubblico definito “parlante”, termine che indica chiunque sia capace “d’aprir bocca e darle fiato”,  adeguatamente scelto per la capacità di disquisire su ogni argomento, pur se lontano mille miglia dalle loro specifiche conoscenze, ipercritico per ruolo. Insegnanti posti in competizione tra loro per contratto , per metodo e per specifica disciplina. (Nulla di nuovo per me, avendo vissuto lo stesso problema senza peraltro essere stata adeguatamente retribuita.)  Poi, analizzando le parole ed i comportamenti dei ragazzi mi sono resa conto che vien messo sotto gli occhi di tutti il risultato educativo dell’ ultima generazione arrivata alla maggior età.         Genitori e società hanno costruito delle persone fragili, arroccate, anche con arroganza, alle loro convinzioni,  incapaci di ascolto, incapaci di accettare una critica in modo positivo, ma, soprattutto, incapaci di accettare la fatica di rialzarsi dopo le cadute, quella fatica che si insegna quando son piccini negando loro qualcosa o riprendendoli per un errore, mostrando loro poi la strada giusta ed incitandoli a percorrerla senza desistere, abbassando la testa se necessario, e rialzandola solo se raggiunta la meta.      Queste persone sono vittime predestinate del mondo del lavoro, quel mondo in cui c’è chi comanda e chi ubbidisce, e dal quale chi non ha gli strumenti per difendersi viene distrutto.       Sul lavoro l’arroganza è per chi comanda, nell’ampia possibilità di scelta la presunzione e la boria vengono perdonate solo a chi ha un’altissima specializzazione, gli altri non hanno alcuna possibilità di sopravvivenza al di fuori della vendita di se stessi.    Peccato che questo aspetto della trasmissione sia chiaro a pochi, mentre quello che “passa” al pubblico “non parlante” e giovane è che tutto è concesso, che gli adulti non sono “autorevoli” ma solo “autoritari”, che non esiste una competenza indiscutibile da parte di incompetenti,  e che chi “strilla” di più ha ragione.     Penso che ormai la società sia stata trasformata in un Hard Discount dei cervelli, cioè in un luogo in cui la scelta è limitata, la qualità non sempre adeguata, con rare eccezioni, come ad esempio la carta igienica che ci compero io a basso prezzo, ma che è la migliore che abbia sperimentato sul mercato.

HARD DISCOUNT DEI CERVELLI..ultima modifica: 2008-03-02T20:05:00+01:00da
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