A.A.A opinioni e pensieri in libertà offresi..

Libertà di decidere..

Argomento d'attualità è l'eutanasia.
Sull'onda emotiva, generata dalle immagini di un essere umano, il cui unico segno di vita è lo sguardo, che si espone pur di ottenere il diritto di morire dignitosamente, tutti i media affrontano l'argomento, disquisendo sull'opportunità di legiferare in merito, sulla competenza delle varie figure che dovrebbero compiere gli atti, sulla moralità delle scelte.
Ma esiste realmente la libertà di scelta, visto che ogni decisione è limitata da un contesto, da necessità contingenti, dal carattere ereditato da un consanguineo, dall'educazione impartita ?
La vita, che viene sbandierata come un diritto, in molte circostanze diviene solo un dovere, al quale non si può scegliere di metter fine, e la libertà viene dunque  limitata, per amore, per paura, per speranza, sempre per egoismo, si, l'egoismo di chi non vuole soffrire per lo strappo lacerante della morte.
A chi spetta la decisione, dunque, se non a se stessi? Chi ha il diritto di stabilire quali siano i parametri per cui la vita sia da considerare vivibile o no se non chi la sta vivendo? Ognuno è soggetto alla sua cultura, alla sua sensibilità, alla sua realtà esistenziale, che determineranno le sue scelte di sopravvivenza o di fine, e nessuno può operare tali decisioni fondamentali per lui.
Nel momento in cui l'unico organo assolutamente originale d'ogni uomo, cioè il cervello, non fosse in grado di funzionare, il problema sarebbe risolto, poiché si passerebbe nella sfera dell'accanimento terapeutico, infatti il soggetto non sarebbe più interessato alla situazione, e la natura potrebbe operare in autonomia la scelta se proseguire o meno l'esistenza, ma quando il cervello è il solo a funzionare, mentre tutto il resto dipende da supporti esterni, allora perché negare la libertà decisionale?
In caso di malattia progressiva, invalidante fino a raggiungere il punto di totale dipendenza dagli altri, l'impossibilità di ottenere la morte indotta potrebbe anticipare il processo di suicidio, specie se non fosse possibile stabilire il termine dell'autosufficienza. L'eutanasia, in questo caso,  sarebbe una garanzia di prolungamento della vita, fino al punto in cui la sensibilità personale la reputa degna d'essere vissuta.
Quello che non mi va giù, comunque,  è il fatto che le decisioni legislative, in questo campo, vengano prese non da persone alle quali io abbia concesso la mia fiducia, che abbiano la mia stima e lavorino secondo coscienza e con correttezza, ma da individui che muovono il loro sentire secondo il verso che garantisce  il maggior consenso elettorale, facendo acrobazie verbali per mantenersi al limite delle opinioni, e poter rivendicare l'appartenenza ad ogni campo. Naturalmente, nella massa, ci sono anche coloro che scelgono con onestà, ma si perdono nella bagarre delle opinioni rutilanti.
In ogni caso, sento questo cacofonico vociare come una nota maledettamente stonata in questa realtà mondiale, in cui la vita di milioni di persone viene negata per sopraffazione, per l'ottuso impulso alla ricchezza  che prevale sul rispetto per l'esistenza, per l'inutile smania di potere, e mi domando se mai sarà possibile che la gente cominci a rivolgere lo sguardo anche oltre la siepe del piccolo giardino appartenente al proprio Io.

Libertà di decidere..ultima modifica: 2006-12-09T19:54:49+01:00da
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