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LA “PROF.” A LUCI ROSSE

Povera Scuola! Sulle pagine dei giornali per "fattacci" sbandierati come : "Omioddio che cosa sta succedendo?!?", senza il buon senso di un filtro preventivo alle parole scritte o dette.
Trent'anni a calpestare i pavimenti delle aule, mi hanno fornito un'esperienza umana difficilmente eguagliabile da qualsiasi altra professione, ed un bagaglio aneddotico da "nonna" di vecchia maniera.
Raccontano i fatti che una docente viene sorpresa in atteggiamenti inequivocabili con cinque studenti delle medie. Possibile, al mondo ce n'è per tutti i gusti, ma, ad un'attenta lettura, si scopre che il soggetto implicato direttamente, era un ripetente di ben due classi, cioè non dell'età di 13 anni , ma almeno di 16, poi si vocifera abbia 17 anni o li dimostri.
Allora… se un tredicenne è un piccolo mostro brufoloso e puzzolente (i maschi di quell'età reputano l'uso dell'acqua una perdita di tempo), un sedicenne comincia  ad avere un aspetto quasi adulto, ha già la barba, anche se rada, (a quattordici anni cominciano a contare i peli sul mento, a quindici arrivano con i primi taglietti da rasoio), ha istinti sessuali alla massima potenza, tanto che più di una volta ho provato imbarazzo nell'intuire la fase eccitativa di qualche mio studente che vedevo distratto, ed al quale ho creato un trauma permanente urlando : "Ripeti quello che stavo dicendo!". Il top è poi potersi vantare di "averlo fatto", così da mettere sulle spalline i gradi di "adulto tombeur de femmes", assumendo la leadership del gruppo degli imberbi.
Anche la Psicologia dell'età evolutiva dice che il massimo del desiderio sessuale è nel periodo in cui c'è il minimo delle occasioni per soddisfarlo, (naturalmente vale anche l'opposto!), quindi un sedicenne, nella fase del "anche se non respirano" , se trova un terreno fertile in una personalità fragile, diventa una specie di piccolo mostro, al quale solo l'autorevolezza ed autorità della controparte riesce a mettere il freno.
Ricordo un fatto che non ha avuto rilevanza mediatica, avvenuto circa dieci anni orsono a Milano in una scuola elementare : una supplente alle prime armi è stata bloccata contro il muro dai ragazzini di una quinta che, dopo averla derisa, le hanno fatto la pipì addosso. Qualche anno dopo, alle superiori, un collega era regolarmente preso di mira da gessetti, palline di carta masticata, "cartoccetti da cerbottana" ed altro, mentre scriveva alla lavagna, al punto che ha perso il controllo della situazione, finendo in cura psichiatrica.
Quanto detto non vuole giustificare il fatto che un'adulta, laureata per colmo, abbia avuto un comportamento scorretto, presumo più per "fragilità" ed inesperienza che per perversione, ma vuol redarguire contro i giudizi sommari, riportando i termini della questione in un ambito più credibile dal punto di vista umano, e in miglior accordo con la mia esperienza, fermo restando il fatto che, dai racconti che mi hanno fatto i miei allievi (tra i 16 ed i 18 anni) nel corso della mia vita da insegnante, sicuramente nessuno di loro ha riportati traumi, mentre li avrebbero avuti se l'educatore fosse stato un uomo.
LA “PROF.” A LUCI ROSSEultima modifica: 2006-11-17T19:24:30+01:00da
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