UN MONDO DIVERSO

scuola,temiTra poco ricominciano le lezioni nelle scuole nel caos più completo.

La “nuova didattica”, dettata da soloni che non capiscono un tubo di cosa sia il vero insegnamento, basata su ipotesi psico-intellettive, inapplicabili indifferentemente agli individui “studente” data la varietà di personalità e sviluppo emotivo, e debitamente sottomessa a logiche di tipo imprenditoriale che sono disinteressate alle vere necessità della scuola, si prepara a fare i soliti danni.

Una classe docente ormai allo stremo, chi per l’età avanzata, chi per la precarietà che porta a cambiare scuola quasi ogni anno con l’impossibilità di formare il rapporto empatico indispensabile per la trasmissione del sapere, sta per ritrovare le aule tristi e “sgarrupate” di tante scuole, dal nord al sud.

Ma i ragazzi son sempre ragazzi (o bambini), mentre gli insegnanti invecchiano, e, troppi di loro, grazie allo slittamento delle età per andare in pensione, ricordano nostalgici com’era la scuola tanti anni fa, mentre devono affrontare un mondo che non capiscono più.

Conservo tracce di quella scuola diversa, quella della mia infanzia, e nei temi  scritti con il pennino e l’inchiostro blu sulle “righe di quinta” del quaderno nero, ritrovo quella leggerezza di un tempo in cui “essere bambini” voleva dire guardare il mondo con i propri occhi e colorarlo con la propria fantasia. (Allora non c’era alcuna “sirena televisiva” a stregare le nostre menti dal momento della colazione).

Un tema risalente ai miei 10 anni, fatto come “compito delle vacanze” (la scuola cominciava il 1° di ottobre), difficile e strano si è trasformato per me un vero exploit di comicità letteraria involontaria che mi ha fatto ridere di cuore. Ne ricopio il testo (errori compresi):

“ Trieste, 8 settembre 1958

Tema : La nebbia

La nebbia e formata di nuvole.

La nebbia può venire sotto forma di nebbia forte cioè che non ci si può vedere, nebbia giusta e foschia che sarebbe pochina.

Mestre, sotto la nebbia, scompare perché non ci sono grattacieli e neppure case alte.

Ora vi racconto cosa successe un giorno.

Era notte, le strade deserte. In tutta la città non si vedeva anima viva.

Pioveva fortissimo, diluviava si può dire.

Le luci erano spente, era più di mezzanotte , regnava la pace.

Tutta la notte ci fu una nebbia molto fitta.

La mattina dopo ancora la nebbia e l’acqua alta mezzo metro.

Tutti si incontravano e, prima di vedersi , dovevano battere i nasi l’uno contro l’altro.

La sera sentimmo il giornale radio dissero che per fortuna nessuna vittima ma tutti avevano fatto un bagno più o meno lungo.

Da quel giorno tutti si munirono di un costume di lana per simili sgradevoli sorprese.”

Beata ingenuità!scuola,temi

 (p.s. : Il costume era di lana perché le fibre sintetiche non avevano ancora raggiunto il mercato.)

UN MONDO DIVERSOultima modifica: 2013-08-29T18:10:00+02:00da serenity48
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2 pensieri su “UN MONDO DIVERSO

  1. Ma insomma, che vuoi da quella bambina tenera che descriveva la nebbia così come la viveva ?

    Ciao Anna, preferisco quel periodo privo di tubo catodico che ci lasciava lo spazio dei giochi di gruppo, mosca cieca, nascondino, la corda, la scala a terra…e i compiti rispettando l’altezza delle righe.

    Lunedì prossimo mia nipote Giulia torna a scuola, quinta elementare, ha fatto i compiti, ma non c’è un tema libero, c’è la descrizione delle sue vacanze, la fantasia dei bambini oggi è relegata nel consumismo e il verbo “immagina” è bandito.

    Bello il costume di lana per difendersi dal bagno imprevisto in caso di nebbia, come era bella la nostra ingenua fantasia.

    Notte buona Anna
    Tina

  2. Oggi scopro che ci dividono 10 anni! Avevo 4 mesi quando tu descrivesti la nebbia e, per inciso, vivevo in una città dove la nebbia era, allora, un evento. Oggi ce l’abbiamo anche noi, sia quella forte sia giusta oppure foschia (rido, pensa alle previsioni meteo annunciate con questa terminologia!!!!)

    Ciao Anna e ben trovata. L’avevo sempre considerato un esercizio da non praticare quello di guardare, con nostalgia, al passato. Ancor più, fare paragoni con il presente. E invece, mi sorprendo sempre più spesso a ripensare alla mia infanzia e, ancor più, a fare paragoni con chi oggi è fanciullo. Il confronto non è per nulla positivo. Per quelli che oggi sono bambini, ovviamente.

    Proprio pochi giorni fa ne discutevo con un’amica, riflettendo sui due figli di un amico. Questi hanno tutto, all’apparenza. Una quantità impressionante di svaghi e di possibilità che noi ci sognavamo. Da stanze piene di giochi a tablet, telefonini e PC su cui sono smanettano già a 10 anni.

    Eppure, a noi bastava una corda, un pallone, una pietra a cui davamo una forma rotonda per divertirci e spaziare con la fantasia. Questi, li guardi e sono sempre annoiati da tutto ciò che li circonda. Un giocattolo dura pochi minuti e, soprattutto, ed è quello che più mi impressiona, sono senza fantasia. Che, poi, non è del tutto esatto: spesso la loro fantasia è una fotocopia di quanto visto in TV, siano essi personaggi di cartoni animati o di vita reale.

    Sullo stato della scuola… ma hai sentito la conferenza del Letta, dopo che hanno approvato l’ennesimo “decreto di riforma”?

    Ciao e buon pomeriggio a te

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