Dal mio diario … 20° puntata

“Bocciato.” …  “No!.. scrivete Non Promosso!”

 

Mercoledì 17 Aprile

 

Venerdì scorso mi è arrivata una telefonata del preside :

-“ Ho chiamato per farle gli auguri… si.. di Buona Pasqua.”

 La voce e l’atteggiamento generale mi hanno fatto sospettare del vero scopo della chiamata,  sotto quelle parole gentili c’era un disegno diverso.

-“ …poi, volevo dirle che …

oggi o un altro giorno.. si.. dobbiamo vederci per chiarire…”

Eccolo! Altro che auguri, bisogna chiarire  il mio delitto di “lesa maestà”!

La lettera di dimissioni ha fatto il suo corso.. ed il suo effetto, ma più di quella certo lo hanno fatto i miei  “buchi” nella  gestione della quotidianità della scuola.

E chiarimento c’è stato!  Dio che chiarimento! ..

…..

(Non riporto quanto scritto nel diario perché son pensieri poco adatti ad una signora, comunque possono essere condensati nella frase con cui ho terminato la pagina  )

 

E’ un piccolo maschilista che vuole le donne sottomesse da esseri inferiori quali le reputa.

Meglio lasciarlo perdere! Coinciso e corretto!

Mi sono proprio rotta e chiudo bottega!

‘Mortammazzati tutti!

 

Giugno

 

L’anno scolastico si è concluso con il solito rito degli scrutini, un accadimento inevitabilmente lacerante per le menti e le anime di chi vi partecipa.

Discussioni a non finire… Il problema di “perdere l’anno”.

Com’è possibile perdere un anno, il tempo non viene mai perso, viene utilizzato in altra maniera, ogni giorno è un’esperienza che ci fa crescere, anche a cent’ anni ogni giorno ci regala qualcosa che ci arricchisce sempre e comunque.

La mia dolce nonnetta diceva : – “ Se fossi morta ieri non l’avrei imparato!  Bon ciò!” –  e sorrideva felice.

La scuola invece da tempo viene vista come un periodo “improduttivo, quindi da “attraversare” il più velocemente possibile per raggiungere l’agognata redditività.

Ammesso e non concesso di riuscire ad entrare nel mondo “produttivo”!

Lo scrutinio dunque è uno dei “pit stop” della carriera scolastica, dal quale si deve uscire velocemente incuranti  delle condizioni di arrivo, e se si viene fermati per guasti  ritenuti irreparabili, apriti cielo! Meglio andare a sbattere il muso contro il muro della vita e rovinarsela piuttosto che ripetere un giro!

I calendari delle sedute sono stati preparati da mesi, le classi sono inserite in una griglia oraria che deve rispettare le esigenze di chi deve presiedere lo scrutinio, cioè il preside, che dovrebbe garantire uniformità di comportamento tra i vari consigli.

Le regole generali sono scritte in tutti i regolamenti ministeriali ed interni, teoricamente nulla è lasciato al caso.

Teoricamente però, perché i consigli di classe sono composti di persone, ognuna con le proprie convinzioni, giuste o sbagliate che siano, e anche se il mestolo è lo stesso, il contenuto della zuppa servita varia di volta in volta, così le differenze permangono, le discussioni pure, e i risultati son diversi, legati come sono alla “politica” personale dei componenti.

E’ buffo osservare il caos organizzato di quei giorni.

I corridoi vuoti vengono attraversati da figure tutte molto simili, che trascinano i piedi stancamente, ma in fretta, carichi di fogli, borse, registri, e qualche bevanda, (perché a giugno generalmente fa caldo), diretti alle aule più fresche, scelte appositamente per le operazioni, con gli occhi stralunati ed un sorriso ebete rivolto a chi incontrano.

Qualcuno scende le scale scuotendo il capo, qualcuno le sale con aria rassegnata, tutti rivolgono una domanda: ”Quanti te ne mancano?” e invidiano chi risponde : ”Finito!” naturalmente senza “ho” poiché ormai le parole sono terminate, dopo tanto battagliare.

Perché gli scrutini son battaglie! Si, battaglie a colpi di numeri scritti su di un registro, con l’appoggio della cavalleria del giudizio che ognuno s’è fatto di quel determinato individuo.

Chi dirige deve farsi un’opinione basandosi su di un rigo di cifre, supportato dalle parole più o meno autorevoli dei vari presenti, e poi poggiare il suo peso, che in caso di parità vale doppio, da una delle due parti, ed allora è importante avere il dono dell’eloquenza per far prevalere le proprie convinzioni.

Alla fine dei lavori i furbi scappano e i soliti ligi al dovere si occupano del verbale e delle trascrizioni varie, un vero mare di burocrazia in cui affoga anche il nuotatore più provetto.

Quando, infine, si torna a casa, si porta con se uno strano senso di colpa misto ad un senso di liberazione che non permette il riposo tranquillo, almeno per quella notte.

Dal mio diario … 20° puntataultima modifica: 2011-06-19T17:50:00+02:00da serenity48
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4 pensieri su “Dal mio diario … 20° puntata

  1. Ciao Anna e buona serata a te! Certo che, leggendo questo tuo racconto, ci si rende conto di quanto maledettamente complicato sia il momento degli “scrutini” per un insegnante “coscienzioso”!! (così evitiamo polemiche con eventuali lettori). Io, ho vissuto quel momento sempre “dall’altra parte” ovviamente! Devo anche ammettere, putroppo, che la scuola la vivevo un po come l’hai dipinta tu: da vivere frettolosamente! Non tanto perché avevo voglia di “tuffarmi” nel mondo del lavoro, figurati che ho iniziato a fare qualche lavoretto “a nero” che avevo 16 anni! Forse, invece, perché la maggior parte del corpo accademico non mi fece mai capire l’importanza dell’insegnamento e del conseguente sapere che ne derivava a noi giovani! Oppure, perché ero giovane… e mbecille!! Quoto come migliore quest’ultima ipotesi!! Dopo, per fortuna, ho anche capito l’errore ed ho cercato di “recuperare” con il fai da te!! Dopo anni che avevo terminato gli studi, per esempio, mi appassionai alla lettura dei “promessi sposi”… e mi piacque talmente tanto che passai anche alla “divina commedia”!! Erano due libri del periodo scolastico, rimasti abbandonati sulla libreria e che, invece, dopo averli letti conservo gelosamente ancora oggi! Ogni tanto, mi viene la voglia di riprenderli in mano per una nuova lettura…. peccato che più passi il tempo e sempre più difficile sembra potersi ritagliare propri spazi. Spero, almeno, nella pensione per fare ciò che vorrei!

  2. A parte la riflessione condivisibile della degenerazione del sistema scolastico visto solo come tappa improduttiva prima di entrare in un mercato del lavoro che proprio non sta aspettando nessuno, mi ha colpito molto la frase della nonna che hai riportato: la trovo veramente istruttiva…

  3. Splendida pagina vista dall’altra parte ;-)))

    Ciao Anna e buona serata…l’ho amata la scuola, l’ho amata per quanto mi permetteva, ossia apprendere cose nuove.

    Ho avuto la fortuna di avere degli insegnanti superlativi alle medie, straordinari (tranne 3) alle superiori e il dopo è stato un crescendo.

    Buona domenica Anna ;-)))

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